TRACKLIST
1 - A Ride in the Funhouse
2 - Megalophobia
3 - Bad Trip in a Toxic Mind
4 - The Outstanding Loss
5 - Thundersnow in Venice
LINE UP
Michele: Antisocial vocals disorder
Fiorica: Alcoholic cymbals
Volt: Feedback junkie
Eric: Downunder Guitar
Le loro ambizioni si palesano fin da subito e affondano le radici nei campi dello sludge e dello stoner, ricordando un po' le ambientazioni tipiche dei Necrophagia di Phil Anselmo, sopratutto nel richiamo all'horror.
A distanza di un anno dal primo, il quintetto ripropone un nuovo EP, "All The Ills Of Mankind", proponendolo in un formato digipak autoprodotto e caratterizzato da un ottimo art work.
L'iniziale "A Ride In A Funhouse", ci propone un ritmo lento e trascinato che introdurrà ad uno dei più classici riffing stoner, sostenuto da un ottimo basso e da una voce grottesca e graffiata che sa di alcool e sigarette. Milioni di sigarette.
"Megalophobia" avanza misteriosa grazie ad una chitarra solista decisamente di stampo psichedelico ma bloccata da una voce forse un po' troppo regolare e povera di sfumature.
La potente "The Outstanding Loss" - dall'esordio"settantiano" - risolleva il tenore perduto portando le sonorità presso ambiti e strutture più interessanti, dove si alternano parti vocali più estreme e ritmi serrati riuscendo a classificare il brano come uno tra migliori dell'EP.
"Bad Trip In A Toxic Mind" esordisce solida e melodica e punta dritto verso una parte centrale che spezza i canoni mantenuti fin ora realizzando una struttura più coinvolgente e dal forte impatto.
In chiusura, "Thundersnow In Venice", forse il miglior brano dell'intero EP. Il brano infatti, è stato utilizzato per la realizzazione del recente videoclip, ambientato proprio a Venezia. Dopo un iniziale chitarra in pulito, il corpo del brano piomba giù come un macigno, lasciandoci felicemente sorpresi per le scelte che seguiranno nella struttura. Questa volta, però, la voce principale è sostenuta da un controcanto femminile, che rende il tutto più armonioso e vario; la voce è quella della batterista Fiorica, alla quale si consiglia di tenere meno nascosta questa sua dote eccellente.
Il nuovo EP dei Blood Red Water può essere inteso come un banco di prova della nuova formazione, visti gli ultimi cambi al basso e l'aggiunta di un nuovo chitarrista.
Il disco si posiziona leggermente più in alto rispetto al precedente, sia dal punto di vista della produzione che delle composizioni che, però, sembrano non accattivare mai come dovrebbero, forse a causa di strutture a volte scontate e linee vocali spesso monotone.
L'impasto dei BRW è comunque di tutto rispetto e dotato di un'autentica passione per la musica: questa, infatti, li porterà certamente lontano.
Review by Antonio Painkiller
BLOOD RED WATER
Nessun commento:
Posta un commento